martedì 14 novembre 2017

La fotografia sociale: Riis e Hine


Riis: Children
Se dovessi indicare un periodo temporale di cui ammiro la produzione artistica, indubbiamente sarebbe quel periodo che va dalla seconda metà dell'Ottocento ai primi decenni del Novecento. Si tratta di un periodo di transizione durante il quale gli artisti prendono coscienza di sé stessi, in cui ci si stacca dall'Accademia e si consolidano nuovi media, come la fotografia e il cinema.

La fotografia dell'Ottocento per me ha sempre avuto un fascino particolare, perché i pionieri di ogni genere hanno dato impulso a tutta una serie di grandi fotografi che hanno ampliato quelle semplici visioni. Le evoluzioni tecnologiche danno nuovi impulsi e nel decennio che va dal 1880 al 1890 si passa dalla macchina fotografica costituita da grossa scatola di legno con treppiedi e lastre di vetro su cui era spalmato il collodio umido a macchine più piccole con l'introduzione di un vero e proprio rullino da parte della Kodak, non poteva che far nascere qualcosa di nuovo.



Riis
Bandit's Roots (1888)
La fotografia inizia a diffondersi. Storico è lo slogan della Kodak: “Voi premete il bottone, al resto ci pensiamo noi” e si comprende che non è più necessario dover provvedere da sé allo sviluppo e alla stampa delle foto. Nello spesso periodo si scopre la flash powder: una miscela di magnesio, clorato di potassio e altre polveri che permettevano di illuminare la scena per un attimo. La fotografia inizia a diventare un fenomeno sociale (e ben prima di Instagram!) ed è qui che entra in gioco un personaggio davvero particolare.

Jacob August Riis nasce in Danimarca e a 21 anni, nel 1870, si trasferisce negli Stati Uniti d'America. E' un periodo infelice per l'economia: nel 1873 ci sarà la prima vera crisi del capitalismo, la Grande Depressione. Negli Stati Uniti d'America il 18 settembre la crisi ebbe inizio con il fallimento della grande banca newyorkese Jay Cooke & Company, uno dei maggiori istituti statunitensi, che aveva investito nella Northern Pacific Railway. Si generò un'ondata di panico: i cittadini ritirarono i loro risparmi dalle banche che, a tale richiesta di denaro liquido, non erano preparate, la produzione industriale crollò di un terzo e aumentava a dismisura la disoccupazione. Presto la crisi si diffuse anche in Europa, dove, in realtà, era parzialmente iniziata.

Hine: The Mill -  Some boys and girls were so small
 they had to climb up on to the spinning frame
to mend broken threads and to put back the empty bobbins
In questo contesto, Riis resterà disoccupato per 7 anni, rischia di morire di fame e alloggia in dormitori pubblici. E' per questo che, quando nel 1877 diventa poliziotto, dedica il suo tempo a portare a conoscenza del pubblico e delle autorità la situazione, sottovalutata per mancanza di volontà, forse anche di moralità, in cui versa un numero sempre crescente di popolazione disoccupata, senza mezzi di sostentamento, che soffre la fame, che dorme per strada, che è costretta a delinquere per sopravvivere. Cerca di descrivere quello che vede, ma si rende conto che le immagini sarebbero più efficaci. Scrive articoli, ma non ottiene l'interesse sperato. Il disegno non sarebbe utile e la fotografia nemmeno, visto che i bassifondi, gli slums, sono solitamente molto oscuri. Con l'invenzione del flash al magnesio (e siamo nel 1887) finalmente qualcosa cambia.
Si intrufola di nascosto nei tuguri, nelle catapecchie e nelle strade e, con fare furtivo, fotografa bambini, adulti stremati, sporchi, malnutriti. Purtroppo la stampa dei giornali non riesce ancora a rendere alla perfezione l'atmosfera di quelle fotografie, ma lui non si arrende: organizza conferenze, proietta le diapositive con la lanterna magica. Questo gli darà la possibilità di essere contattato dall’editore Screibner’s nel 1890 che gli commissiona prima un articolo e poi un libro. Viene quindi pubblicato How the Other Half Lives, illustrato da 17 mezzetinte (una tipologia di stampa su carta delle fotografie) e 19 incisioni ricavate dalle foto stesse. Il libro ha 11 edizioni i n 5 anni e arriva anche al Presidente Roosvelt che finalmente prende provvedimenti.
Pubblica anche un altro libro, Childern of the Poor, poi smette il suo lavoro e verrà dimenticato.

Qualche tempo dopo inizia il suo lavoro anche Lewis Hine. Si tratta di un sociologo americano che ha esperienza di fotografia, visto che ha lavorato per molto tempo con gli immigrati di Ellis Island.
Hine: on the Empire State Building
(1930 ca)
Nel 1908 viene ingaggiato dalla National Child Labor Committee per un'indagine sul lavoro minorile negli Stati Uniti e sulle condizioni precarie e i bassi salari destinati a chi, pur giovanissimo, lavorava dall'alba al tramonto. Anche lui unisce la forza delle immagini alle parole, organizza conferenze, ma soprattutto deve specificare età del soggetto, luogo, ora dello scatto fotografico perché inizialmente le foto vengono accusate di essere dei falsi. Mette in luce la piccolezza del soggetto davanti alle macchine tessitrici o alle fornaci delle acciaierie. Il risultato sarà che nel 1916 il lavoro minorile sarà dichiarato illegale. Si dedicherà poi al fotografare il lavoro industriale e famosissime saranno le foto degli operai che lavorano sospesi sull'Empire State Building.

Quello che emerge è che, se anche Riis mira a intimorire lo spettatore, mentre Hine è più simile a un documentarista, hanno avuto e mostrato una forte empatia per i loro soggetti e questo ha aiutato l'espressività del risultato e a rendere socialmente utile il loro lavoro fotografico, visto che le autorità hanno dovuto per forza prendere provvedimenti contro le ingiustizie sociali.
Hine:  A small newsie downtown
on a Saturday afternoon
Hine: Miners: View of the Ewen
Breaker of the Pennsylvania Coal Co.
Riis: Men's Lodging Room in
the West 47th Street Station
Hine: Spinners in a cotton mill
(1911)
Hine: Men on the Empire State Building
(1930 ca.)
Riis:
In the Home of an Italian Rag-Picker,
Jersey Street (1890 ca.)

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...