domenica 19 febbraio 2017

L'artista della domenica: Jannis Kounellis - Senza titolo

Senza titolo
2010, installazione site specific
Come in molti sapranno, qualche giorno fa ci ha lasciati Jannis Kounellis.
Nato in Grecia nel 1936, si era formato artisticamente in Italia, a Roma, dove viveva. Era stato un esponente dell'Arte Povera, nata proprio in Italia alla metà degli anni '60, un movimento artistico che utilizzava materiali di scarto per le installazioni, che fossero putrelle, pezzi di legno, pneumatici, stoffa, pietre, piante a finanche animali vivi, come fece lo stesso Kounellis nell'opera Cavalli (1969).

Di frequente l'artista greco si è mosso sui toni del grigio, del ferro, del nero, in una visione che devasta le coscienze. Ricordo una delle opere esposte al Teatro Margherita a Bari, lo stesso anno di Vele, che tante polemiche avevano alimentato tra l'artista e l'amministrazione pugliese. C'erano dei grandi cavalletti, realizzati con putrelle e pannelli in metallo, su cui erano inchiodati dei cappotti neri con una piccola lastra che li saldava su queste assurde tele. Al centro altre putrelle, sistemate in un modo tale che ricordavano una croce caduta. L'impatto era tremendo e l'atmosfera diventava estremamente pesante, come a sentire la pressione di quelle lastre su di me. Alla fine è il lavoro di una vita che si concentrava in un'opera, con quell'assurdo significato che poneva in evidenza l'oppressione della vita dalla vita stessa.


A Bari ha esposto in Piazza Ferrarese anche la sua Carboniera, poi spostata al rione Japigia: inutile dire che in Piazza era stata danneggiata da vandali e lo spostamento in periferia non era stato molto gradito all'artista.

Ho visto opere di Kounellis a Novoli, per la Fòcara dedicata a Sant'Antonio Abate: ogni anno l'enorme falò viene personalizzato da un artista internazionale e in un palazzo attiguo si possono osservare altre installazioni.
Forse ho il mito di quegli anni '60 che hanno sbaragliato la visione dell'arte che si aveva fino ad allora, non per nulla accanto a Kounellis ci fu un grande Pino Pascali, morto giovane, come tutti i miti, e movimenti artistici o singoli armati di una creatività e una poesia fuori dal comune.

Qui finisce una storia, non ci resta che andare avanti, con il rammarico di non poter mai più vedere nuovi interventi di Jannis Kounellis.

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