domenica 26 febbraio 2017

La nascita delle Muse - parte seconda

Erato, Muse of Poetry,
1870, Sir Edward John Poynter
Riprendiamo il nostro racconto alla scoperta delle Muse.
Cambiamo completamente ambito artistico e ci rivolgiamo alla Danza, perché Tersicore protegge questa arte. Paradossalmente lei non balla, ma accompagna con il suo strumento le danzatrici.

Si giunge quindi ad Erato, musa della poesia amorosa. Qui la rappresentazione si fa quasi didascalica, perché accanto a lei viene rappresentato un amorino, con arco e frecce, a rappresentare quel birbante di Eros, che ci mette lo zampino. La comune radice del nome tra Eros ed Erato è evidente e sono molti i poeti che si sono distinti per la poesia d'amore. Uno degli esempi più fulgidi in ambiente latino è sicuramente Catullo.

A questo punto però le Muse iniziano ad essere vaghe nell'identificazione di una tipologia di arte da proteggere. Polimnia, ad esempio, regge diverse arti come l'orchestica,che ingloba musica, danza e poesia, in una rappresentazione scenica complessa. In un certo senso a me, profana, ricorda in qualche modo i musical, ma chiaramente nel caso dell'orchestica parliamo di un'arte un po' più elevata, forse associabile al balletto. Rappresentata come una donna devota, con il capo velato, ha coperto anche il ruolo di identificazione con la Storia, la memoria, la retorica.

giovedì 23 febbraio 2017

La nascita delle Muse - parte prima

Mnemosyne
D.G. Rossetti, 1875-81, olio su tela
Il nome di questo blog si rifà alla leggendaria storia delle Muse, figlie di Zeus, il re degli dei dell'Olimpo, e di Mnemosine, la personificazione della memoria, figlia a sua volta di Urano e Gea, il cielo e la terra.

L'origine mitica delle Muse è legata ai Titani ed è facile comprenderne l'importanza nell'economia dell'Olimpo greco. Il loro numero verrà stabilito da Omero e da Esiodo, attestandosi sul numero nove, così come i loro nomi sono stati diversi nel tempo, fino a stabilizzarsi.

Quello che colpisce delle Muse è che sono tutte protettrici di arti che nulla hanno a che vedere con l'arte grafica, che sia pittura, scultura o altro. Per i Greci queste erano considerate delle semplici tecniche manuali, che riproducevano delle copie di qualcosa esistente in natura, includendo anche l'architettura in questa definizione di sapere tecnico, che, per quanto fosse progettata, non poteva assurgere al ruolo di arte.

domenica 19 febbraio 2017

L'artista della domenica: Jannis Kounellis - Senza titolo

Senza titolo
2010, installazione site specific
Come in molti sapranno, qualche giorno fa ci ha lasciati Jannis Kounellis.
Nato in Grecia nel 1936, si era formato artisticamente in Italia, a Roma, dove viveva. Era stato un esponente dell'Arte Povera, nata proprio in Italia alla metà degli anni '60, un movimento artistico che utilizzava materiali di scarto per le installazioni, che fossero putrelle, pezzi di legno, pneumatici, stoffa, pietre, piante a finanche animali vivi, come fece lo stesso Kounellis nell'opera Cavalli (1969).

Di frequente l'artista greco si è mosso sui toni del grigio, del ferro, del nero, in una visione che devasta le coscienze. Ricordo una delle opere esposte al Teatro Margherita a Bari, lo stesso anno di Vele, che tante polemiche avevano alimentato tra l'artista e l'amministrazione pugliese. C'erano dei grandi cavalletti, realizzati con putrelle e pannelli in metallo, su cui erano inchiodati dei cappotti neri con una piccola lastra che li saldava su queste assurde tele. Al centro altre putrelle, sistemate in un modo tale che ricordavano una croce caduta. L'impatto era tremendo e l'atmosfera diventava estremamente pesante, come a sentire la pressione di quelle lastre su di me. Alla fine è il lavoro di una vita che si concentrava in un'opera, con quell'assurdo significato che poneva in evidenza l'oppressione della vita dalla vita stessa.

mercoledì 15 febbraio 2017

Inside Out - Pete Docter e Ronnie del Carmen

Sono sempre stata particolarmente attratta dall'animazione, poco importa da chi è prodotta e da che Paese arrivi, i bei film sono belli per tante ragioni diverse.
Dopo tanta, tantissima pubblicità, tantissimi pareri positivi, finalmente sono riuscita a guardare Inside Out, prodotto dalla Pixar Animation Studios e distribuito dalla Walt Disney Pictures, in un connubio che si è rivelato vincente altre volte. Il film ha vinto anche la statuetta degli Oscar nella sua categoria nel 2016.

La trama è molto semplice: assistiamo alla nascita di una bambina, Riley, e dell'evoluzione della sua mente con la nascita delle varie emozioni. Si parte da Gioia, a seguire Disgusto, Rabbia, Paura e Tristezza. Vivono nel quartier generale, dove si trovano anche i ricordi della bambina, sottoforma di sfere, che hanno il colore dell'emozione che li ha prodotti. Dai ricordi più importanti, detti ricordi base, si formano delle isole della personalità. Tutto procede tranquillamente finché, a causa del lavoro del papà, devono tutti trasferirsi dal Minnesota a San Francisco. Da questo punto le emozioni inizieranno ad avere qualche problema, finché Gioia e Tristezza verranno catapulate fuori dal quartier generale e incominceranno un viaggio per poterci ritornare.

domenica 12 febbraio 2017

L'artista della domenica: Il bacio - Auguste Rodin

Il bacio,
A. Rodin, 1091-4, marmo, 182,2x121,9x153 cm, Tate Modern. Londra
Tempo di innamorati e di San Valentino che bussa alle porte. Anche questa volta punto sulla scultura, che ormai sembra essere quasi passata di moda, invece è estremamente espressiva, forse più di un dipinto.
Sensuale, bellissima, umana, la scultura Il bacio di Auguste Rodin è capace di sintetizzare l'amore sensuale in pochi semplici tratti. Non gesti calcolati e teatrali, ma veri e passionali, quelli che ognuno di noi è in grado di provare.

Facciamo un passo indietro. Rodin è un artista che in qualche modo rompe con l'Accademia, ma che in Accademia avrebbe voluto essere accolto o almeno riconosciuto. La sua formazione avviene nel periodo dei revival, lasciando poi il passo alla rottura con l'Accademia, con movimenti pittorici, come l'Impressionismo, e artisti bohémien. La sua formazione non era stata incentrata sul neoclassicismo in voga, ma aveva dato largo spazio alla scultura del XVIII secolo, realizzando poi dei viaggi in Italia alla scoperta di Donatello e Michelangelo.

lunedì 6 febbraio 2017

Varichina - La vera storia della finta vita di Lorenzo De Santis

Eccoci qui, iniziamo febbraio con una proposta cinematografica. Si tratta di una produzione locale, con Apulia Film Commission capofila per un film documentario intitolato Varichina - La vera storia della finta vita di Lorenzo De Santis.
Varichina, alias Lorenzo De Santis, fu il primo ad aver manifestato pubblicamente la propria omosessualità nella Bari degli anni '70. Il suo soprannome si deve al suo lavoro di ragazzino, quello della consegna porta a porta di prodotti che sua madre vendeva.
Il film è a metà tra la fiction e il documentario, ricostruisce quello che è concesso sapere di lui, quello che manifestava fuori dalle mura della sua casa nel quartiere Libertà.

Tutto è nato da un articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 2 giugno 2013 dal titolo "Viva Lorenzo 'Varichina!' Un busto per il mito diverso" in cui Alberto Selvaggi, un po' per ridere un po' per ricordare un personaggio ancora oggi ben conosciuto a Bari, proponeva di realizzare un busto commemorativo da installare in Piazza Cesare Battisti, di fianco all'Ateneo, considerando che quello era un luogo che Varichina frequentava come parcheggiatore abusivo.
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