domenica 13 marzo 2016

Blu e la polemica sulle opere di Street art in un museo

Fonte: pagine FB di BLU
In un periodo pieno come un uovo, non sono riuscita a scrivere alcunché. Una situazione estremamente controversa, però, merita la giusta attenzione.
L'antefatto, raccontato da Simone Sbarbati:
Lo scorso dicembre il Corriere di Bologna aveva poi pubblicato un’anticipazione riguardo a una futura mostra sulla street art, mostra che avrebbe avuto il supporto di Fabio Roversi Monaco, già rettore dell’Università di Bologna e attualmente presidente di Genus Bononiae, percorso culturale e museale nato per volontà della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, di cui Roversi Monaco è a sua volta presidente (grandissimo accentratore di cariche, è di fatto l’eminenza grigia—e trasversale—della politica e dell’economia locale).
Con questa idea in testa, sono stati staccati murales di Blu, Ericailcane e molti altri artisti per effettuare un'opera di conservazione e di musealizzazione. Si vuole fare in modo che i graffiti d’autore vengano salvati dall’inevitabile distruzione a cui sono destinati, considerando che spesso si trovano nelle ex aree industriali, realizzati su edifici abbandonati, e renderli, soprattutto, fruibili potenzialmente a tutti.
Potremmo considerarlo un obiettivo nobile e migliore rispetto alla sorte di altri graffiti finiti sul mercato dell'arte, come quelli di Banksy, venduti dai proprietari delle pareti prescelte e così via, ma, a ben vedere, non è che qui non ci sia un sotterraneo scopo di lucro.

Purtroppo quello che Monaco ha mancato di fare e che si farebbe per qualunque altra opera di artisti viventi è chiedere il permesso, fosse anche per la proprietà intellettuale. Forse la ragione va ricercata nel fatto che non si conosce l'identità di questi artisti, che si barricano dietro uno pseudonimo, forse perché si reputa che l'opera sia della collettività, ergo del Comune, in questo caso Bologna, fatto sta che questo progetto non è andato giù a chi quelle opere le ha prodotte. 

Ericailcane aveva già pubblicato su Facebook lo scorso 22 febbraio un post con la sua opinione in merito

"Per tutti quelli che non rispettano il bene comune ed il lavoro altrui, capaci solo di rubare e vivere da parassiti"http://www.ericailcane.org/sito2/?p=437

e Blu ha invece scelto una strategia più dura: armato di rullo e vernice ha iniziato a cancellare tutto ciò che non era stato staccato.
Credo che per lui sia stata una scelta estrema, ma è stata probabilmente quella più coerente di tutte. Ovviamente è scoppiata la polemica se fosse giusto o sbagliato.
Il problema di fondo della musealizzazione della Street art è che questa dialoga con l'ambiente e la società che vive in quell'ambiente. E' un problema che in realtà fa parte delle opere d'arte da sempre, anche se non fatte direttamente sulle pareti, perché spesso queste erano studiate per un determinato luogo. Ci sono un'infinità di pale d'altare che valutano le fonti di luce dell'edificio e realizzano l'immagine calibrando la direzione di queste, opere realizzate nella consapevolezza che sarebbero state osservate dal basso verso l'alto, illusioni prospettiche e tanti altri elementi a sostegno della tesi.
La Street art ha lo stesso problema, per cui un'opera realizzata sul muro della striscia di Gaza, come Flying Ballon Girl di Banksy, tolta da quel contesto e ficcata in un museo non avrebbe senso di esistere: si dovrebbe stare a spiegare il perché, il dove e il quando quest'opera è stata realizzata, cosa che succede per le opere nei libri e nei musei, ma chiunque abbia letto un manuale di restauro sa che la scelta di staccare un affresco, ad esempio, è estremamente sofferta, ponderata, l'ultima spiaggia nella miriade di soluzioni possibili alla salvaguardia. 

La Street art è rimasta una delle pochissime forme d'arte ad avere un significato immediato facilmente leggibile, perché in qualche modo popolare e sociale e nell'era della comunicazione, in cui l'arte contemporanea non è più capace di comunicare, se non dopo aver letto saggi su saggi, è la boccata di ossigeno che ci salva la vita.
Per questo motivo sono dalla parte di Blu e del suo gesto estremo, anche perché mi chiedo, e chiedo a Monaco, se Blu, Ericailcane e tanti altri avessero voluto essere musealizzati, avrebbero prodotto opere all'uopo. Se producono graffiti, direi che sono più che consapevoli che l'opera possa essere demolita insieme all'edificio o che, con una ristrutturazione, possano sparire sotto l'intonaco. Sono consapevoli della caducità di ciò che stanno realizzando, non sono mica deficienti.

A mio parere, se l'arte contemporanea viene valutata solo per il suo significato esteriore e viene snaturata dal primo che passa che pensa di farci pure dei soldi (perché con il cavolo che la mostra sarà gratuita, aperta 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, non ci saranno pubblicazioni, cartoline, segnalibri, borsine, alla faccia del farneticare che l'arte è di tutti), può anche andare a fondo, perché non serve a nessuno.

Banksy Videoclip zu Balloon Girl/ Gaza
Pubblicato da STREET HEART - FINEST STREET ART FROM BERLIN su Domenica 1 maggio 2011

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...