giovedì 26 giugno 2014

Rigurgitation Art e Plopping Paint

Shigeko Kubota in una performance degli anni '60
Di cose strane nel mondo dell'arte ce ne sono sempre state tante. Il Novecento è stato forse uno dei più assurdi nella scelta di materiali, basti pensare a Piero Manzoni, che utilizzò sostanze non identificate nella sua Merda d'artista, uova sode con impronte digitali e persone in carne ed ossa. Non manca l'arte povera, che ricicla letteralmente quelli che sarebbero rifiuti, fino alla food art, il cui apripista è stato già citato. 
Ci sono poi strani metodi per dipingere. Se il dripping di Pollock è definibile ancora accettabile per quanto strano dal grande pubblico, ultimamente sono venute fuori due donne che fanno sembrare Shigeko Kubota, collega di Yoko Ono, e il suo Vagina Painting roba da educande. 
La Rigurgitation Art è un'invenzione di Millie Brown. E' salita all'onore delle cronache perché tale Lady Gaga l'ha chiamata per animare un suo concerto. La pop star non è certo un'icona di stile ed eleganza e ne ha fatte di tutti i tipi, ma in cosa consiste la performance della Brown? L'artista beve liquidi colorati e li vomita, con tanto di dita in gola, sulla tela. Lei stessa ha anche spiegato:

I drink coloured milk — the process is not painful but after several hours of vomiting it can take its toll, which is why I limit the number of colours I use. … The use of canvas is a natural progression from my early performances. I started puking down myself in various outfits, but wanted more longevity from the end result.
E' interessante sapere che il suo slogan è: "Everything is possible". E ha ragione, dato che è quotata migliaia di dollari. Per le sue performance, basta cercare in rete, meglio evitare per gli stomaci delicati. 
Se la Rigurgitation Art lasciava libero sfogo alla bocca, in un certo senso, la Plopping Paint, invece, sceglie un'altra via. Se conoscete l'inglese, avrete già capito. Sì, lo fa davvero. Milo Moiré, di origine svizzera, alla Fiera d'Arte di Colonia, si è infilata all'interno della vagina degli ovuli pieni di colore. Si è piazzata su un piedistallo e ha ributtato fuori queste uova che, rompendosi, hanno colorato la tela posta per terra. La Moiré ha dichiarato che: 
I’m interested in pushing boundaries through art, living and expressing my art with my body and mind while opening mental doors.
“t’s more than just my naked body, my vagina… a lot of people out there are reflecting and I accept when someone doesn’t understand the meaning of my art. Art is personal.
When I perform I’m at one with myself, focused and calm. I feel strong, because I’m absolutely convinced about my work.
Art is personal, dice. Su questo potremmo riflettere parecchio.
Insomma, di stranezze ce ne sono tante e se voi, giovani artisti, pensate che ci voglia poco per essere originali, non vi siete ancora confrontati con questi mostri di fantasia.

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