giovedì 12 giugno 2014

Morbide e soffici: i canoni di bellezza e Photoshop

Venere di Urbino
Tiziano, 1538, olio su tela, 1,19 m x 1,65 m,
Galleria degli Uffizi, Firenze
Qualche giorno fa mi sono imbattuta nel titolo di un articolo decisamente strano. Era uno di quei titoli civetta che ti portano a leggere la notizia con uno stato d'animo già alterato. 
E se Photoshop fosse esistito ai tempi di Botticelli e Goya? I dipinti sarebbero stati decisamente diversi...
Questo è uno di quei titoli da "sopracciglio alzato", che ti fanno chiedere cosa esattamente abbia ingerito chi l'ha scritto. Che fosse alcool, droga o una semplice intossicazione alimentare, è chiaro che ha una serie di problemi. Intanto associare Photoshop ai dipinti, per quanto esista un'arte digitale che fa largo uso di questo programma grafico, è alquanto anacronistico e si muova su due piani diversi: o è un dipinto o è grafica digitale. Per finire, la seconda frase esprime un concetto che non esiste da nessuna parte. Perché un dipinto rinascimentale sarebbe dovuto essere diverso da com'è se ci fosse stato Photoshop? Ed ecco che ho letto l'articolo:

Nei dipinti più famosi al mondo le donne ritratte sono caratterizzate da forme morbide e burrose, l'opposto dei canoni di bellezza attuali. Ecco cosa succede utilizzando photoshop su alcuni dei dipinti più famosi di sempre.
Eliminare la cellulite, appiattire la pancia, delineare il viso sono solo alcuni dei numerosi interventi che vengono effettuati quotidianamente sulle fotografie patinate per rispettare gli irrealistici, e spesso irraggiungibili, standard di bellezza imposti dal mondo dei media.
La storia ci ha insegnato che i canoni di bellezza una volta erano decisamente diversi, infatti nessuna delle modelle rappresentate nei quadri dei più grandi pittori, da Tiziano a Rubens a Gauguin, avrebbe potuto entrare in una taglia 38. Ma come sarebbero queste famose opere arte se Photoshop fosse esistito già ai loro tempi? 

Insomma, da un lato sembra polemizzare sul fatto che le modelle di oggi, taglia 38, rispondono a canoni decisamente diversi rispetto a quelli dell'epoca di Botticelli, Rubens, Goya e compagni, mentre dall'altro continua a ribadire la castroneria dell'uso di Photoshop a quei tempi e su come sarebbero state le stesse opere. Intanto è ovvio che i canoni non dipendono dai mezzi, perché i mezzi sono neutri per definizione, ma l'idea di adeguare i dipinti famosi ai canoni estetici odierni da dove viene? Da qui e si notano subito le differenze:
the discourse about the media’s unrealistic portrayal of female bodies through the use of photoshop retouching continues to demonstrate the unattainable beauty standard society promotes. senior photo editor for takepart.com, lauren wade has seen a fair share of digital limb lengthening and tummy tucking, bringing the photos of already-thin models up to the ‘industry standard’. ‘of course it hasn’t always been that way.‘ she explains ‘throughout art history, painters from titian to rubens to gauguin found beauty in the bodies of women who would never fit into a size 0.‘ with this in mind, wade has taken the liquify tool to the famous ladies of renaissance and impressionist masterpieces, conforming them to the acceptable image that would suit the pages of today’s glossy magazines. rendering them in gif format, wade’s before-and-after-style images shed light on our present perceptions of beauty, and how drastically it has changed from the past.

Il messaggio è molto diverso. Non è certo "come sarebbero queste opere se fosse esistito Photoshop?", ma farci vedere la differenza dei canoni di bellezza tra ieri e oggi e come mutano i dipinti famosi dovendo rispettare un canone allora impossibile da immaginare. 
Le immagini le trovate qui, per poter inorridire insieme a me. 
Non so voi, ma io le Grazie le preferisco burrose, anzi umane! 

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