sabato 1 dicembre 2012

Come un castello di carte

L'ultimo giorno di Pompei
Karl Bryullov, olio su tela, 465.5 cm × 651 cm, 1833,
Museo Russo, San Pietroburgo
Poco più di due anni fa siamo stati raggiunti dalla notizia di un crollo nella cittadina di Pompei
All'inizio era la Casa dei Gladiatori, poi della Casa del Moralista a distanza di pochi giorni. 
Nel 2011 si cominciò con una parte superiore di un muro paravento, in opus incertum, vicino alla cinta della città antica nella zona nord, nell’area di Porta Nola, qualche giorno dopo di un muro della Casa di Diomede, per finire con uno dei pilastri del pergolato esterno della Casa di Loreio Tiburtino.
Ieri di nuovo un muro ha deciso di non poterne più. Il maltempo, la pioggia accelera il deterioramento delle strutture, che in questo periodo in particolare collassano. Non sappiamo cosa succede in altri periodi dell'anno. Bisognerebbe monitorare costantemente un'area davvero molto grande. Le dimensioni del sito non possono essere una scusa al mancato controllo, ma non è questo il punto. Bisognerebbe non arrivare mai a dover raccogliere le macerie di un sito archeologico di rilevanza internazionale.
Purtroppo sono in molti a pensare che una città diroccata non serva a niente e a nessuno e che è prioritario occuparsi prima di risolvere questioni più pressanti, dovute alla crisi finanziaria
In realtà l'errore sta nel vedere questo e altri luoghi di interesse storico, artistico, archeologico e naturalistico come un debito, una rogna, un peso sulla schiena che non fa altro che affossarci sempre di più. Ecco perché è facile tagliare alla cultura: saranno pochi 'fissati' a ribellarsi, mentre per molti altri sembrerà più che giusto togliere fondi a questo settore per elargirlo ad altri più utili.
E se invece questi luoghi fossero una risorsa?
Sono talmente tanti i beni mobili e immobili del patrimonio culturale che tantissime persone potrebbero trovare lavoro in questo settore e in quelli che gravitano attorno al turismo, includendo la gestione e la conservazione dei beni, ma anche ristorazione e ricezione alberghiera. Ce ne sono molti altri che sono collaterali e a volte basta un po' di inventiva per trovarne di nuovi. 
Ci resta il rammarico di dover vedere Pompei e altri luoghi finire nel degrado, magari dovuto anche a infiltrazioni mafiose all'interno della gestione dei fondi e per 'mafiose' non intendo solo legate alle grandi organizzazioni criminali, ma anche alla piccola mafia che costella le realtà meno grandi, quella degli appalti truccati, del 'così si fa' al quale si adeguano per sopravvivere anche onesti cittadini. 
Spero solo che non sia vicino l'ultimo giorno di Pompei.

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