sabato 18 dicembre 2010

La sindrome del Supereroe

Guardarsi intorno oggi non fa piacere. Dopo il fallimento di ribellione ad uno stato (o Stato?) che ci danneggia soltanto, viene da farsi alcune domande. Innanzitutto se sul serio vogliamo continuare a farci ridere dietro da mezzo mondo, quello "civilizzato", quello che non ha dittatori al comando, se vogliamo continuare a far demolire la Costituzione Italiana, quelle quattro garanzie che abbiamo, e peggiorare una situazione già tragica. Ormai siamo uno zimbello come Stato (questa volta la S maiuscola è d'obbligo), ma, e qui c'è la nota dolente, non siamo capaci di ribellarci e forse non ne abbiamo nemmeno voglia.
Voglia di cosa? Voglia di prenderci le nostre responsabilità. Siamo tutti molto bravi a giudicare chi ci governa, ma siamo vittime del nostro stesso lassismo, del non-fare, ma del troppo-dire e spesso del dire-sotto-copertura
In questo siamo vittime della Sindrome del Supereroe. Se ci pensiamo, Batman, Spiderman o Superman agivano sotto copertura: una falsa identità per non dover perdere il piacere della propria esistenza di imprenditore, fotoreporter e giornalista. In due casi su tre si tratta di persone maltrattate, remissive, finte imbranate. Eppure una delle frasi  più famose dell'Uomo Ragno sembra contrastare con questa visione della doppia identità: "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità".
Sarà, ma a me non tornano i conti.
Tanto per cominciare il prefisso "super" è solo da imputare ai mirabolanti poteri che si ritrovano certi personaggi o alle mega invenzioni geniali che Bruce Wayne può pagarsi con i suoi milioni. Ok, volano, si arrampicano, tirano mega cazzottoni che sfondano i muri, hanno auto pazzesche. Ma basta per essere Supereroi? 
Io li vedo come persone che, sì, aiutano l'umanità, ma lo fanno in modo comodo, senza metterci la faccia (come possa Kent non farsi riconoscere togliendosi solo gli occhiali resta un mistero). 
Il non esporsi li rende terribilmente umani, così umani che mi fanno pena e viene da pensare a tutti quelli che la faccia ce la mettono.
Va bene, sa tanto di retorica, ma lasciamo perdere i magistrati, i giornalisti e tutti quei nomi e cognomi con facce che conosciamo tutti. Mettiamo i piedi per terra e guardiamo la nostra piccola realtà.
Chiamiamo i vigili quando qualche buontempone ha parcheggiato sulle strisce pedonali, magari dove c'è anche lo scivolo per le sedie a rotelle? 
Chiediamo lo scontrino quando il negoziante "ha dimenticato" di batterlo?
Interveniamo se un simpaticone ignora la fila alla posta? 
A scuola eravamo tra quelli che copiavano?
E le cartacce per terra? Le lasciamo cadere più o meno involontariamente o non diciamo mai al nostro amico che non si fa?
Sono piccole responsabilità nel quale dovremmo metterci la faccia e non parlare a vanvera sulla raccolta differenziata, se poi siamo i primi a non occuparcene. Ne consegue che preoccuparsi dei Massimi Sistemi diventa complicato se non riusciamo a fare nemmeno questo. 
Peter Parker l'ha scoperto da solo che non aiutare qualcuno a fermare un rapinatore può avere delle pesanti conseguenze.

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