lunedì 8 novembre 2010

Il crollo di Pompei - Storia di ordinaria follia!

Questi giorni, una delle notizie che è rimbalzata nell'etere, è stato il crollo della Casa dei Gladiatori a Pompei. Un evento tragico, assurdo, che provoca una certa indignazione, oltre che al fatto che capita a fagiolo, giusto per farci capire come i tagli sulla cultura possano ridurci: in macerie
Io mi sono stupita delle reazioni di molti alla notizia. Essendo interessata al campo storico, archeologico e artistico, io ero perfettamente cosciente della situazione, e, purtroppo, per me non è stata una grande notizia, anche se mi fa star male il ridurre a cumuli di pietre un luogo che è stato una manna dal cielo per la ricostruzione della storia e dell'arte romana, oltre che per l'economia di una zona depressa. 
Ho detto che ero cosciente della situazione, mi aspettavo quasi che crollasse qualcosa prima o poi. A Pompei ci sono stata anni fa, andavo ancora a scuola, ma le anomalie di quel posto erano già chiare. Ricordo sacchi di plastica di reperti archeologici depositati vicino alla Basilica; ovviamente erano incustoditi, ovviamente erano stati aperti e, suppongo, qualche reperto aveva preso un'altra strada, chissà per dove. 
Molti altri problemi non li ho colti, non ricordo altri dettagli, un po' perché non mi occupavo io di pagare parcheggi e roba varia, ma ricordo che prendemmo la circumvesuviana.

giovedì 4 novembre 2010

Alexej von Jawlensky - L'arte intimista



Attraverso i miei studi, mi sono imbattuta in un artista che merita uno sguardo.
Si tratta di uno dei primi espressionisti, di origine russa, che è sempre stato offuscato dalla personalità di Kandiskij, decisamente più forte della sua. Nonostante questo, Alexej von Jawlensky mi ha colpita e non lo dico solo perché è stata una delle mie prime presentazioni su un pittore, ma perché i suoi dipinti hanno una malinconia, una visione interiore dell'emozione davvero interessante. “L’arte è nostalgia di Dio”, una citazione che riassume il suo pensiero sull’arte, il suo costante legame con la natura e tutto ciò che è tangibile. Jawlnsky non giunge mai all’astrattismo, anche se la carica spirituale, che verso la fine della sua carriera si trasformerà in meditazione quasi religiosa, farà sembrare molte sue opere assimilabili a questo genere. .
Alexej von Jawlensky nasce in Russia nel 1864. Proviene da una famiglia aristocratica, di origine tedesca. Suo padre era colonnello dell’esercito e lui e i suoi fratelli sono stati avviati alla carriera militare. Nel 1880 visiterà l’Esposizione Mondiale di Mosca e qui avverrà il suo vero primo incontro con l’arte. Jawlensky diventerà capitano delle guardie imperiali di San Pietroburgo, ma nel frattempo, nel 1882 inizierà anche a frequentare  l’Accademia di Belle Arti, dove studia pittura e disegno. Gli studi accademici, però, non lo soddisfano granché, tanto da affermare “Dieci anni di Accademia fanno di un artista un idiota”, frase esemplare!
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