lunedì 27 settembre 2010

Kunst Komm

Torniamo a parlare di Arte. 
Ultimamente mi sono dilettata in una ricerca su Jürgen Klauke, fotografo e performer tedesco. E' un artista per certi versi interessante, nonostante all'inizio le sue opere spiazzino molto. Credo che sia la prassi per l'Arte Contemporanea, una sorta di "non comprensibilità", un difetto di comunicazione. Se dovessi aprire la parentesi della comunicazione, credo che scriverei un saggio; mi va di dire soltanto che, secondo la mia opinione, molto spesso gli artisti si muovano ancora oggi attraverso il meccanismo della Meraviglia. Vogliono meravigliare a tutti i costi, quasi fosse un'ostentazione di qualcosa: se prima si trattava di ostentazione di capacità manuali, come la resa di un perfetto ambiente in trompe l'oeil, ora si vuole mettere in atto il gesto sensazionale. Non è che questo non mi stia bene, più che altro spero che dietro certe dimostrazioni ci sia qualcosa, un'idea almeno (e nemmeno questo è scontato in chi si sente artista in questo Millennio). Quello che manca agli artisti di oggi, a mio parere, è l'incapacità di differenziare i livelli di lettura di un'opera. Se si analizza l'arte del passato, pensiamo ai dipinti dei grandi Maestri come Caravaggio o Michelangelo, tutti potevano riconoscere il soggetto senza difficoltà,
i colti potevano comprendere i significati di alcuni simboli o l’uso di determinati colori e perfino calcolare le ipotetiche dimensioni di strutture e architetture, grazie a manuali di matematica che chi aveva avuto la possibilità di studiare conosceva benissimo (la matematica e il calcolo erano tra le discipline più conosciute). Inoltre l’artista era capace di inserire del proprio all’interno di una tela: vicende personali, autoritratti, dediche a persone amate e quant’altro. Chiaramente questo discorso non vale per tutti gli artisti, di qualunque periodi essi siano. 
La digressione è stata lunga. 
Klauke è annoverabile tra coloro che sono inseribili nel movimento della Body Art, avendo fatto del proprio corpo il principale soggetto di performance e soggetto fotografico. Fotografare se stesso per scoprire l'umana natura nelle sue sfaccettature è sempre stato il suo obiettivo. In particolare ho potuto osservare Masculin/Feminin, in mostra presso il Torrione Passari a Molfetta.
In un primo momento viene automatico dire: "Che vuole questo?". E' normale, una reazione comprensibile. Io non me la sono mai sentita di criticare questo interrogativo, perché rientra nel problema della comunicazione dell'Arte Contemporanea: per capirci qualcosa si deve necessariamente leggere sull'argomento.
L’idea alla base di quest’opera si muove su problematiche sessuali, ponendo attenzione alla presenza sottocutanea di una sorta di androginia dell’essere umano.  Il desiderio segreto di un genere androgino risuona in accordo con l’indissolubile unità tra uomo e donna. La ricerca di quella unione dei sensi, propria dell’atto sessuale, è rintracciabile in questo desiderio inconscio.
In queste fotografie l’artista dimostra come il desiderio di continuità della forma dell’essere esista prima della nascita e dopo la morte, anche transitoriamente durante l’unione dei sessi, dopo la loro immersione nella totalità della natura. L’esistenza umana realizza se stessa, al contrario, in una discontinuità forzata, nella differenza dei sessi, nella dualità di anima e corpo, di essere e mondo, di individualità e collettività. Nella sua sequenza fotografica e nelle sue serie si occupa dell’indistruttibile isolamento del soggetto e della interiorizzazione in ognuno di noi di una dolorosa certezza.
L’opera si dispiega in 13 immagini fotografiche in cui i due protagonisti, l’uomo è ovviamente l’artista, sono accomunati da molte caratteristiche e differenziati in pochi dettagli. L’abbigliamento dei due soggetti è molto simile; le parti del corpo celate, i caratteri sessuali primari e secondari, sono trattate alla stessa maniera. La distinzione tra l’uomo e la donna diventa difficoltosa per la mancanza dei capelli, la presenza di collane, ad ornare entrambi, e per il trucco vistoso presente sui due volti. La presenza della donna sembra a primo sguardo una inutile ripetizione. L’opera si dispiega in uno strano celarsi dietro il velo, ma anche tramite lo scomparire di un soggetto dietro l’altro, quasi a dimostrarne l’uguaglianza formale ed esistenziale.
Nonostante questo, Klauke non ha voluto dare importanza sociale al suo lavoro.


Il mio invito è quello di fare un salto al Torrione Passari per dare uno sguardo alle opere dei dieci artisti che partecipano alla mostra in corso. Nel fine settimana ci saranno anche delle guide per spiegarvi tutto ciò che occorre per capirci qualcosa (io sono tra queste!).


"postDimensione - Viaggio nell'arte contemporanea"


Alessandro Bulgini, Jürgen Klauke, Oleg Kulik, Katja Loher, Damir Ocko, Yoko Ono, Daniele Puppi, Jean Toche, MArkus Willeke, Lin Yilin.


18 settembre - 31 ottobre
ore 10.30-12.30 / 18.30-21.00
www.torrionepassari.it

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